I vantaggi dell’esternalizzazione sono molteplici. Scegliere l’outsourcing significa dare alla propria azienda la possibilità di replicare – o avvicinarsi a – un modello di struttura aziendale ideale, funzionale e smart. Questa struttura è chiamata dagli esperti del settore modular company (o virtual company o agile competitor).
Si tratta infatti di una strategia di collaborazione tra aziende con una grande attenzione dedicata all’ottimizzazione delle funzioni, degli obiettivi e dei risultati.
Si affidano esternamente attività – o un intero reparto – che possono essere gestite meglio da specialisti del settore, con benefici a cascata per tutti gli altri dipartimenti.
Per scoprire di più sull’outsourcing come scelta strategica aziendale e sul rapporto di collaborazione tra azienda che incarica (outsourcee) e azienda incaricata (outsourcer o provider), si veda:
1. Focus sul core business aziendale: scegliere il valore aggiunto e la qualità dei prodotti
Il primo e più grande vantaggio è quello di avere – anzi, di creare – l’opportunità di concentrare più attenzione e risorse su attività ritenute fondamentali per l’azienda o più strategiche per il suo posizionamento sul mercato. Questo avviene liberando risorse umane ed investimenti da attività secondarie e accessorie che richiederebbero comunque adeguati investimenti e specializzazione per poter funzionare a pieno regime.
L’esternalizzazione consente dunque all’outsourcee (colui che sceglie di affidare le attività all’esterno) di dedicare minor capitale a funzioni non direttamente legate al core business, permettendo allo stesso tempo di attirare più facilmente capitali dal mercato.
Infatti, lo sviluppo delle aree direttamente legate ai prodotti o servizi offerti consente in genere alle aziende di raggiungere una maggiore qualità nella propria offerta sul mercato. E di conseguenza un alto tasso di customer satisfaction. Ma anche una maggiore competitività sul mercato e dunque una migliore redditività aziendale, perché si sceglie di dedicarsi alle attività a valore aggiunto, senza dispersioni.
2. Maggiore agilità e posizione competitiva sul mercato
Il provider molto spesso raggiunge un livello di specializzazione tale da poter operare in maniera competitiva su diversi mercati a livello internazionale. Questo consente al cliente di utilizzare il provider come veicolo di trasferimento e rilascio di specifiche competenze, ottenendo così una armonizzazione di gestione dei processi su diversi mercati.
Questa partnership permette al cliente di accedere a nuove tecnologie e strumenti che l’organizzazione potrebbe non possedere. Tutto questo si traduce in una riduzione del time to market, elemento fondamentale per ottenere un vantaggio competitivo sui competitor in una realtà fortemente caratterizzata da scenari concorrenziali in cui la vita media dei prodotti si accorcia sempre di più.
Infatti, questo permette di eliminare i costi di investimento in nuove tecnologie e di ricerca e formazione dei dipendenti per l’acquisizione delle abilità idonee a gestire le innovazioni necessarie, accedendo a più ambiti di mercato e più velocemente.
3. Maggiori performance di crescita e innovazione: specializzazione del personale senza costi di formazione
Le aziende possono ricorrere all’outsourcing perché non dispongono al proprio interno di risorse adeguate in termini di capacità professionali specifiche. Questo è particolarmente vero per le realtà che sono in fase di espansione. Esse infatti necessitano di competenze specifiche riguardanti i nuovi problemi che la situazione di crescita impone di affrontare.
L’outsourcing costituisce un valido strumento in caso di ristrutturazione aziendale in quanto il ridisegno dei processi porta generalmente a concentrarsi su determinate attività chiave al fine di non disperdere sforzi e risorse, valorizzando e accrescendo le conoscenze.
4. Più tempo per la tua azienda, meno rischi e costi per tutti
Un altro vantaggio non meno importante è la possibilità di alleggerire la struttura verticale e la macchina burocratica consolidata nel tempo dall’azienda, delocalizzando e rendendo più autonoma la gestione dei reparti. Questo si traduce in una maggiore flessibilità dei processi decisionali e operativi, più leggeri e per questo meno time-consuming per tutta la catena dei dipendenti coinvolti.
Inoltre, il provider di servizi in outsourcing fa delle scelte basate sulla combinazione delle prospettive di tutte le imprese sue clienti. In questo modo il rischio di investimento e gestione, essendo ripartito, può essere attenuato o addirittura annullato dalla minore incidenza e dal minore peso sul volume complessivo di lavoro legato all’attività di un singolo cliente.
Taglio ai costi, finalmente!
Sicuramente un’altra spinta a scegliere l’outsourcing viene dalla necessità di tenere sotto controllo i costi fissi o, più in generale, la crescita dei costi operativi a breve e medio termine. In effetti, una strategia di questo tipo consente di incrementare l’incidenza dei costi variabili e diminuire l’incidenza di quelli fissi sui costi totali. Questo genera di conseguenza una riduzione dei costi operativi totali, grazie alle economie di scala e ad altri vantaggi connessi con la specializzazione del provider.
Una scelta importante
In conclusione, scegliere se e quali attività esternalizzare non è mai una scelta facile, di certo. Anzi è uno dei momenti più critici e delicati della ristrutturazione di una azienda in fase di crescita.
Non mancano i rischi: per citarne uno, il decentramento produttivo di funzioni sempre più complesse può determinare addirittura una perdita del dominio della tecnologia e di conseguenza la forte dipendenza dai fornitori.
Ma non c’è mai beneficio senza costo: e scegliere adeguatamente di pagare un prezzo per ottenere maggiori vantaggi, non può che essere una scelta coraggiosa ma senza dubbio lungimirante.